In un contesto in cui l’irregolarità, le interruzioni e le deviazioni rappresentano i capisaldi della vita scolastico-professionale, non si può che adottare un approccio sistemico, in grado di orientare il comportamento dell’individuo, in relazione al contesto in cui egli si muove.
Tale approccio rimanda, a nostro avviso, ad una delle teorie maggiormente accreditate nel campo della consulenza orientativa: la teoria della casualità pianificata. Questa teoria (Krumboltz, 2001) parte dal presupposto che il counselling abbia lo scopo di rendere i soggetti attivi nell’anticipare e riconoscere eventuali opportunità per la propria carriera.
Partendo da questi presupposti, non si può prescindere dal considerare l’Orientamento, sia come processo, in cui l’individuo mette in atto spontaneamente per gestire il proprio rapporto con l’esperienza lavorativa e formativa, sia come azione professionale, erogata da esperti in grado di supportare positivamente la capacità del soggetto di far fronte a questo processo (Pombeni, 1990). Tale prospettiva parte dal presupposto che le problematiche degli individui legate alle carriere non possano essere spiegabili semplicemente nei termini di condizioni di deficit proprie degli utenti, ma piuttosto, con il mancato funzionamento di alcune competenze necessarie allo sviluppo di carriera, in particolar modo, strategie d’azione che permettano al soggetto di riconoscere e generare opportunità.
Apprendere ad Apprendere Life long: la capacità di apprendere e di apprendere ad apprendere si vengono a delinearei come processi fondamentali dell’agire orientativo. Tale competenza consente di imparare a cambiare le forme dell’esperienza e ad acquisire quel bagaglio di abitudini astratte, di disposizioni mentali ed emotive durevoli, tra cui la disponibilità e l’attitudine ad apprendere sempre. In quanto competenza di secondo livello, il learning to learn si configura come una risorsa spendibile dalla persona in molteplici direzioni e passibile di molteplici linee di sviluppo: verso il lavoro; verso la vita nelle organizzazioni e nei gruppi; in direzione dell’esercizio della cittadinanza attiva e in direzione dello sviluppo personale individuale. Essa si acquisisce e si sviluppa life long in contesti, in forme e in momenti diversi: nei contesti scolastici e di istruzione, dove si sviluppano prevalentemente le capacità metacognitive; in contesti formali o non formali di educazione socioaffettiva dove si possono sviluppare le competenze emotive (Francescato, 2004); nelle organizzazioni e nei contesti di lavoro, dove si possono acquisire e sviluppare sia i saperi professionali (Meghnagi, 2005) sia le competenze sociali, oltre che nei contesti esperienziali informali, qualora l’esperienza sia associata al possesso di buone capacità di esercizio del pensiero riflessivo secondo un’ottica di autoformazione (Mezirow, 2003).
Modelli di Intervento: superata la dicotomia professionale vs. scolastico, attualmente l’Orientamento si presta a nuove definizioni sia sotto il profilo culturale sia operativo. Così come è avvenuto per la Formazione, l’adozione di una prospettiva life long comporta il definitivo superamento della rigida separazione tra apprendimento e lavoro, tra luoghi della formazione e posto di lavoro (Serreri, 2004). L’attuale “orientamento dell’orientamento” sembra quello di promuovere un approccio sistemico in cui la vita dell’individuo viene collocata all’interno di una cornice di più ampio respiro in cui acquista un nuovo significato la relazione tra l’individuo e le proprie risorse, e tra l’individuo e il contesto di appartenenza.
Se si accetta la premessa di un tale cambiamento di prospettiva, il potenziamento delle risorse individuali necessarie all’auto-orientamento sembra un passaggio obbligato. È in questo spazio che l’orientamento torna a confrontarsi con la formazione, dalla quale mutua dimensioni e tecniche di intervento che poi adatta, trasformandole, all’interno delle pratiche con finalità auto-orientativa.
L’Area Politiche per l’Orientamento di E-laborando è impegnata nella progettazione e attuazione di percorsi di orientamento innovativi, volti a superare i limiti espressi dai tradizionali percorsi.
In particolare, i percorsi progettati si rivolgono non solo alla “presa di coscienza” delle risorse dell’individuo (come i percorsi tradizionali) ma soprattutto al loro potenziamento. In altre parole, i percorsi sono finalizzati a promuovere e sviluppare le dimensioni individuali implicate nel successo professionale, come il coping o le metacompetenze.
Tra i progetti più importanti rientrano gli interventi di orientamento svolti all’interno di tutti i progetti di formazione realizzati nella Regione Calabria e nella Regione Siciliana.
Inoltre, sono stati realizzate attività specifiche di orientamento svolte nei progetti: